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L’addio all’imprenditore assassinato a Panama

 

Folla nella chiesa di Santa Maria di Ronzano per i funerali di Mario Fardellini.
Ieri la giornata di lutto cittadino proclamata dal sindaco Roberto Di Marco.

E’ tornato nella sua terra, quella che – pur avendo girato il mondo per lavoro – non aveva mai dimenticato. Così come la sua gente non l’aveva mai scordato. I suoi concittadini lo hanno salutato per l’ultima volta nella chiesa di Santa Maria di Ronzano, quella scelta dalla famiglia per l’addio a Mario Fardellini, l’imprenditore 55enne di Isola ucciso a Panama durante una rapina nella sede della sua azienda.

E ieri, nel giorno dei funerali, lutto cittadino ad Isola del Gran Sasso dove vivono la moglie e i figli dell’imprenditore e dove lui tornava ogni volta che poteva. «Una persona stimata da tutti», dice il sindaco di Isola Roberto Di Marco, subito dopo aver partecipato alla funzione religiosa, «e tanti nostri concittadini hanno voluto esserci per stringersi al dolore della famiglia e per ricordarlo».

La salma di Fardellini era rientrata venerdì sera da Panama con la camera ardente allestita in chiesa. L’ultima volta l’imprenditore era tornato a maggio per festeggiare i 18 anni della figlia più grande. Poi di nuovo a Panama. Perchè Fardellini aveva girato il mondo. Con la sua impresa di famiglia era stato in Nigeria, Costa D’Avorio, Germania, Venezuela, Romania, Sierra Leone.

«Andava dove c’era lavoro» ha raccontato chi lo conosceva in paese. Perchè ad Isola del Gran Sasso la famiglia Fardellini ha una storia nell’edilizia iniziata con il padre Rodolfo e proseguita con Mario e suo fratello Fabrizio, affiatati nella vita e legati nella gestione dell’impresa Tecnoscavi, con sede a Colledara, e con lavori in tutto il mondo.

Certo è che chi il 17 settembre ha sparato sapeva che in quell’azienda era giorno di pagamenti e quindi c’erano contanti. La dinamica della drammatica rapina non è stata ancora ben ricostruita dalle autorità locali che, nell’immediatezza dei fatti, hanno raccolto le testimonianze delle persone che in quel momento si trovavano nei locali dell’azienda. In particolare nell’ufficio dove l’imprenditore di Isola aveva il contante per pagare gli operai quando ha visto arrivare un uomo armato di pistola che gli ha chiesto il denaro. Forse l’imprenditore ha reagito cercando di tutelare in tutti i modi i salari dei suoi dipendenti, ma è evidente che chi ha sparato sapeva che in quel momento nell’azienda c’era del contante.

Fonte: Il Centro