, ,

Isola si prepara ad accogliere gli alpini

 

Migliaia di penne nere anche quest’anno parteciparanno alla commemorazione delle vittime di tutte le guerre.

Fervono i preparativi, anche quest’anno, ad Isola del Gran Sasso per il tradizionale appuntamento che vedrà arrivare nel borgo montano migliaia di alpini provenienti da ogni angolo d’Italia e anche dall’estero. E’fissata per sabato 17 e domenica 18, infatti, la commemorazione solenne dei caduti di Slenyj Jar giunta alla 26esima edizione che sarà organizzata dal Gruppo Alpini di Isola del Gran Sasso con il patrocinio della sezione Ana “Abruzzi”.

Una manifestazione organizzata ogni anno per ricordare i caduti di tutte le guerre partendo dal sacrificio degli alpini avvenuto tra il 1942 e il 1943 in
terra di Russia, quando mille militari del Battaglione L’Aquila caddero in battaglia assieme alla Divisione Julia per permettere ai commilitoni di uscire dall’accerchiamento russo. In pochissimi tornarono in Italia.

LA MANIFESTAZIONE. La commemorazione si aprirà venerdì 16
febbraio nella basilica di San Gabriele dove si terrà l’ottava edizione del memorial “Francesco Sfrattoni”, rassegna di cori alpini e della montagna. Un evento a cui parteciperanno il coro Ana “Stella del Gran Sasso” di Isola e il coro Ana di Piovene Rocchette.

Il giorno successivo, sabato 17, alle 9.30 ci sarà la cerimonia dell’alzabandiera presso il monumento dei caduti della Seconda Guerra Mondiale mentre alle 15.30 è previsto l’arrivo del Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini. Poi il corteo si muoverà verso il monumento ai caduti per la deposizione della corona d’alloro e verso piazza Contea di Pagliara dove verranno resi gli onori allo stesso Labaro.

Alle 17.30, nel salone Stauross del santuario di San Gabriele si terrà la cerimonia di gemellaggio tra il gruppo alpini di Isola del Gran Sasso e quello di Arco, in provincia di Trento. A seguire la relazione del professore Paolo Pozzato dal titolo “1918, l’anno della vittoria”.

La commemorazione si concluderà, come di consueto, domenica 18 febbraio, con la tradizionale marcia degli alpini che a migliaia percorreranno la strada che da Isola porta al santuario di San Gabriele.

L’ammassamento è previsto per le 9 e, dopo l’arrivo nel luogo sacro, a mezzogiorno si svolgerà la messa solenne all’interno della basilica. La manifestazione, quindi, si chiuderà alle 17 con l’ammaina bandiera.

I REDUCI. Tra i protagonisti dell’evento ci sono anche due re- duci della Campagna di Russia. Si tratta di Ercolino Nori e Valentino Di Franco, iscritti al gruppo di Isola del Gran Sasso. Valentino, nelle terribili giornate del dicembre 1942, nel quadrivio maledetto di Selenyj Jar, subì il congelamento delle gambe che
poi gli furono amputate. Ercolino
fu invece protagonista della
drammatica ritirata dal fronte del
Don dalla quale si salvò per miracolo. «Spesso ci hanno raccontato le loro traversie – fanno sapere dal gruppo di Isola del Gran Sasso – il loro senso del do- vere e l’amore per la patria. Essi
rappresentano il nostro punto di riferimento e il loro esempio ci permette di portare avanti , con impegno e dignità, una tradizione
fatta si sacrifici, gloria e tanto dolore».

IL CAPOGRUPPO. «Vogliamo ricordare a distanza di cento anni dalla vittoria della Prima Guerra Mondiale – afferma il capo- gruppo della sezione Ana di Isola, Giulio Ciarelli – tutti coloro che sacrificarono la loro vita per l’unità del Paese. Quest’anno
l’evento è ancora più importante perché la cerimonia sarà di valenza nazionale, con la partecipazione del Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini, del suo presidente Sebastiano Favero e dei consiglieri nazionali.

Devo ringraziare tutti gli alpini del mio gruppo – aggiunge Ciarelli – che, come tutti gli anni, mi hanno supportato nell’organizzazione delle cerimonia, l’amministrazione comunale di Isola del Gran Sasso, la sezione Ana “Abruzzi” ed il suo presidente Pietro D’Alfonso, e tutti gli
esercenti delle attività commerciali che con il loro contributo ci hanno permesso di continuare questa splendida avventura. Un ringraziamento anche a padre Natale Panetta, rettore del santuario, e a tutta la comunità dei passionisti, che ancora una volta ci hanno aperto le porte della loro casa. Un saluto particolare, però, voglio rivolgerlo tutti i reduci di guerra, fulgido esempio di amor patrio».

Fonte: La Città