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Si torna a discutere del collegamento tra Isola ed i Prati di Tivo

 

Si torna a parlare del collegamento tra la Valle del Mavone e la Valle del Vomano a Isola del Gran Sasso. Dopo gli annunci dei mesi scorsi una nuova tappa verso la progettazione e la realizzazione del percorso tra Isola del Gran Sasso e i Prati di Tivo si vivrà venerdì sera alle 18 con l’incontro pubblico organizzato nella sala del Parco di via Madonna delle Grazie. Un appuntamento utile per approfondire la questione, valutare le possibilità ed, eventualmente, il progetto migliore. E che vedrà la presenza del presidente della Regione Luciano D’Alfonso, del suo vice Giovanni Lolli, del presidente del Parco Tommaso Navarra, del sottosegretario Camillo D’Alessandro, dell’onorevole Paolo Tancredi, del sindaco di Isola Roberto Di Marco e dell’ex presidente della Gran Sasso Teramano Marco Bacchion. Tutto moderato dal consigliere regionale Giorgio D’Ignazio.

Indubbiamente il massiccio del Gran Sasso con le sue bellezze naturalistiche, con le sue mete storiche ed archeologiche, con le strutture sciistiche e con la corona di centri storici, rappresenta il polo turistico più importante della Regione Abruzzo.

Tre sono le infrastrutture viarie ipotizzate negli ultimi tempi per risolvere il problema del rilancio delle zone interne e montane: la Cabinovia, il Treno a Cremagliera e la Panoramica del Gran Sasso.

Nell’incontro che si è tenuto ai Prati di Tivo nel 2011, organizzato dai comuni di Castelli e di Pietracamela, e alla presenza di esponenti regionali, provinciali, comunali e del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga fu deciso di abbandonare definitivamente le ipotesi della cabinovia, del treno a cremagliera e puntare sulla realizzazione di una strada.

Nel 2012 la provincia di Teramo provvedeva all’affidamento dell’incarico per la progettazione della strada all’ingegnere Domenico Di Baldassarre. Ma quali sono i costi, i benefici e la concreta realizzazione delle tre diverse opere proposte nel corso degli anni?

CABINOVIA. (25 milioni di euro).

Durante la Presidenza Regionale Salini furono effettuati dei sopralluoghi e si determinò un tracciato che partiva presso il piccolo nucleo urbano di Biselli presso Fano a Corno e saliva direttamente a Cima Alta alla vista dei Prati di Tivo. Bisognava prevedere, inoltre, una nuova strada Fano a Corno-Biselli e un ampio parcheggio presso Biselli nonché una strada di servizio lungo i tralicci. Le difficoltà tecniche che si sarebbero incontrate in fase di costruzione, l’insuperabile salto di roccia presso la cascata Pisciarella a nord di Biselli, la funzionalità troppo specifica riguardante solamente gli sciatori, il forte impatto ambientale e le difficoltà tecniche per la realizzazione di una strada di servizio per i soccorsi in caso di incidenti, determinarono l’abbandono del progetto.

TRENO. (35 milioni di euro)

Lo studio di fattibilità del 2003 parla di contenere la pendenza massima al 15% mentre presso la Grotta di Largarola a valle di Montagnone la ferrovia proposta ha una pendenza del 70 %, presso Fonte Gelata a monte di Forca di Valle la ferrovia ha una pendenza del 52 %. Nello studio si dice che non ci sono viadotti mentre da Mercato Vecchio per scendere sul fosso dello Scarpone, 40 metri più basso, necessita di un viadotto lungo almeno 300 metri e dal piazzale di San Gabriele per superare le strade sottostanti occorre un viadotto di 400 metri al fine di ovviare ad un dislivello di 56 metri e un viadotto lungo 2.300 metri lungo il fosso dello. Per non parlare della galleria artificiale per superare la rotatoria e le strade presso lo svincolo autostradale di Colledara. I costi previsti nello studio di fattibilità del 2003 andrebbero aggiornati e poi raddoppiati per tener conto dei viadotti omessi, della galleria, delle opere di paravalanghe a valle di Montagnone e di una strada di servizio per garantire i soccorsi in caso d’incidente al treno. La ferrovia proposta sarebbe in pieno contrasto con i vincoli paesistici in quanto il 60 % del tracciato ricade in zona A1 e A2 del Piano Regionale Paesistico dove sono vietate nuove strade e il 40 % in area 1 del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga dove sono vietate ferrovie così come da articolo 4 lettera g delle Misure di Salvaguardia.

PANORAMICA. (12 milioni)

Il progetto della panoramica del Gran Sasso nasce per completare il Periplo stradale come circuito intorno alla catena montuosa del Gran Sasso, come infrastruttura indispensabile al rilancio economico e sociale delle zone interne. Il progetto è stato commissionato nel 2012 dalla Provincia di Teramo all’ingegner Di Baldassarre che nel 2016, su indicazione di alcuni sindaci, ha provveduto ad approfondire il progetto al fine di abbassare i costi ed avvicinarsi ulteriormente ai centri storici montani. Il tratto di strada proposto, della lunghezza di 11 km, inizia presso Santa Rufina di Aquilano, fiancheggia i ruderi del castello di Aquilano ricalcando la vecchia strada comunale, tira diritto verso le Casette di Cusciano, prosegue ricalcando sempre la vecchia strada per Cerqueto, passa alla base di Colle Tablò, lambisce Cerqueto con uno svincolo a valle della chiesa di Santa Riparata, costeggia le parti basali di Malafede, Colle Varo e Colle della Coda, attraversa Rio San Giacomo e arriva alle porte di Pietracamela dove intercetta la strada provinciale n. 43 presso l’edicola dedicata alla Madonna del Cantone sulla variante stradale per i Prati di Tivo. In prospettiva il tracciato potrebbe proseguire al fine di servire Fano Adriano, la stazione sciistica di Pratoselva e il territorio di Crognaleto. Con questo tracciato si ottiene automaticamente un circuito turistico intorno al Gran Sasso, si realizza il Periplo e si mettono in relazione tutti i valori e vengono collegate le popolazioni locali con una rica- duta economica certa per l’intera comunità.

Tra le proposte avanzate per collegare la Val Mavone con la Valle del Vomano, la Panoramica del Gran Sasso sembra essere quella più economica, quella più congruente con i valori storici ed ambientali, quella più funzionale al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e agli obiettivi della Regione Abruzzo in quanto opera indispensabile al riequilibrio del territorio montano.

Fonte: La Città