“Casale San Nicola è al sicuro”

 

Il Ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio risponde ad una interrogazione parlamentare sulla frana del Gran Sasso.

Per il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, la frazione di Isola Casale San Nicola non corre pericolo dopo la frana che, il 22 agosto 2006, si è staccata dalla vetta orientale del Gran Sasso. Uno ”squarcio” che ha segnato la montagna, mettendo tutti in allarme. Nella risposta scritta all’interrogazione presentata dai deputati Nicola Crisci e Pina Fasciani, il ministro cita il rapporto della direzione Difesa del suolo, in cui si dice che «la cresta rocciosa che protegge l’abitato di Casale San Nicola è stata interessata solo in minima parte dalla caduta di frammenti rocciosi, riparando il paese. Pertanto il peso del materiale franoso depositatosi sulla cresta a monte di Casale San Nicola è del tutto trascurabile e non comporta pericoli per l’abitato». Secondo Crisci si tratta di «una risposta molto tecnica e, per certi versi, un po’ burocratica».

Tant’è che tra le righe si legge anche di un «arrivo della stagione fredda che provocherà un abbassamento delle temperature e, poichè il paretone è esposto a Nord – Est e riceve i raggi del sole solo di prima mattina, il fenomeno del crioclastismo e del termoclastismo è in questo periodo molto rallentato, facendo diminuire il pericolo di ulteriori crolli». E sì che il ministro ha preso spunto dal rapporto della direzione Difesa del suolo, evidentemente stilata qualche mese fa, ma parlare di arrivo della stagione fredda non è molto attuale.

Quanto agli interventi per la messa in sicurezza della zona, il ministro risponde che «è stata disposta l’interdizione dell’area potenzialmente interessata da ulteriori crolli e dal materiale già franato e depositatosi in posizione instabile sulle cenge del Paretone». Inoltre, «la direzione Difesa del suolo ritiene che sia del tutto presumibile che tale materiale si assesti in maniera definitiva in seguito alle piogge e, soprattutto, alle valanghe primaverili che ogni anno, durante il disgelo, ripuliscono cenge e canaloni dalla neve residua e dai detriti invernali, accumulando un notevole spessore di neve alla base del Paretone». Eventi naturali che sarebbero avvenuti… naturalmente se le condizioni climatiche non fossero state come quelle di questa stagione invernale. Pecoraro Scanio, comunque, fa sapere che «la zona è costantemente monitorata dall’Istituto nazionale delle montagne, in collaborazione con il Parco».