Il Santuario di S.Gabriele dell’Addolorata è sorto sui ruderi dell’antico conventino francescano che, secondo un’antica leggenda, fu edificato dallo stesso San Francesco. Nel 1229 il convento esisteva già negli antichi cataloghi dei conventi veniva citato con i toponomi di “Vallis”, “Vallisiis” o “ad Vallem”. Vi si tenne in quell’anno il primo capitolo provinciale, che vide l’elezione di Padre Serafino dell’Isola. La sua storia è stata molto sofferta e travagliata, subendo più volte la soppressione: nel 1652 per intervento di Papa Innocenzo X, nel 1809 ad opera di Giuseppe Bonaparte, nel 1866 per il decreto del nuovo governo Italiano ed infine nel 1882. E’ stato definitivamente riaperto nel 1894.

All’interno della nuova chiesa, sorta sulla demolizione dell’antico conventino francescano, si possono ammirare diverse opere d’arte: nell’abside una bella “Ascensione di San Gabriele”, ed ai due lati dell’altare maggiore un “San Paolo della Croce” ed una “Santa Margherita Alocoque”; sulla volta quattro “Virtù Cardinali” del pittore romano Ugo Scaramucci. Il chiostro inferiore del Santuario presenta una serie di affreschi con scene di vita di San Francesco, in parte appena liberate dall’inopportuno intonaco.

La nuovissima basilica, della lunghezza di 90 metri e della larghezza di 30, è una grandiosa struttura di cemento bianco in acciaio corten, capace di contenere fino a 10000-12000 persone. Il Santuario è retto dai Padri Passionisti che ne hanno fatto un punto di riferimento per molte iniziative religiose quali la Biennale Internazionale d’Arte Sacra e la Tendopoli della gioventù cattolica.

Attualmente all’esterno delle due basiliche è tutto un fervore di opere nuove, tra le quali, già attivo, un Centro turistico e commerciale dotato di ampi ed accoglienti parcheggi, posti di ristoro con specialità gastronomiche locali, ceramiche di Castelli, artigianato d’Abruzzo, souvenir ed oggetti sacri.

San Gabriele è divenuto oggi uno dei più importanti e ricercati Santuari d’Italia; pellegrini di ogni dove, italiani e stranieri, lo onorano ogni anno della loro presenza; se ne calcolano circa due milioni l’anno.