Emergenza rifiuti, ultimatum ai Comuni morosi

 

Il presidente del Mote Ruscini accusa: i primi cittadini erano stati avvisati.
Telegramma ai sindaci teramani morosi: entro domani i debiti con il Mole vanno saldati.

Societa' Montagne Teramane e Ambiente S.p.A.E’ una situazione insostenibile quella che si prospetta per i venti comuni del Mote che, da mercoledì mattina, non possono depositare più i rifiuti nella discarica teatina di contrada Casoni. Il servizio di raccolta è ormai bloccato con i camion stracarichi di immondizia e, quindi, fermi in attesa che i pagamenti vengano effettuati.

Sembra che la Deco, la società di Spoltore che ha dato l’altolà al consorzio pubblico, sia irremovibile e non aprirà i cancelli finché non saranno pagate la mensilità mancanti. Nel frattempo il Mote, per bocca del presidente Ermanno Ruscitti, chiarisce che i comuni, soprattutto quelli in ritardo con i versamenti, erano già a conoscenza della situazione e il consigliere regionale Claudio Ruffini attacca la Regione e fa una pro-posta shock: abbandonare Chieti e portare i rifiuti nelle Marche. 

“Il 22 aprile abbiamo mandato un telegramma a tutti i Comuni che partecipano alla nostra società avvisandoli della situazione. Non è vero che il blocco è giunto inaspettato”. Il presidente del Mote, Ruscitti, non usa giri di parole. La responsabilità sarebbe tutta dei comuni inadempienti che, pur essendo stati avvisati, non hanno versato il dovuto. “Mandiamo una comunicazione ogni 15 giorni”, continua, “ma spesso e volentieri neanche ci rispondono. Molti amministratori, poi, non partecipano neanche alle assemblee”. Come spesso accade si cerca di correre ai ripari dopo che il danno è stato fatto e, ieri mattina, gli uffici della società pubblica sono stati inondati di telefonate e fax spediti dalle amministrazioni inadempienti per rassicurare che al più presto verranno versate le somme mancanti. 

Una vera e propria corsa contro il tempo prima che i cassonetti comincino a strabordare. “L’unico modo per sbloccare la situazione”, conclude Ruscitti, “è sperare che entro domani venga depositato il denaro sufficiente per effettuare almeno in parte i pagamenti e far ripartire il sevizio”.

Per il consigliere regionale Ruttini, invece, la soluzione migliore sarebbe interrompere definitivamente i rapporti con la società teatina e portare i rifiuti nelle Marche. Due le piazze proposte: Fermo e Ascoli. “Ho verificato personalmente tale possibilità dopo averne parlato con il presidente delle Marche Gian Mario Spacca ed in modo più puntuale con l’assessore all’ambiente Donati e”, dice Ruffini, “con questa soluzione abbatteremo di molto i costi di conferimento in discarica. Abbiamo infatti calcolato che il costo non supererebbe i 130 euro a tonnellata contro i 190/200 euro che attualmente paghiamo nel Teramano”. Per il consigliere i colpevoli della situazione di stallo non sono i sindaci “costretti a fare gli esattori” ma la Regione rea di non vigilare sulle tariffe. “Da tempo denunciamo i mancati controlli della Regione sulle tariffe di conferimento in discarica e sulla mancata programmazione provinciale delle discariche. Ma Chiodi e Di Dalmazio sembrano non vivere a Teramo e non assumano nessuna decisione per evitare lo strozzamento dei cittadini teramani”. 

Fonte: Il Centro – Pietro Colantoni