Isola è fuori dal cratere. Di Giacinto: “Dimissioni in blocco”

 

La rabbia del sindaco per l’esclusione del comune dal nuovo elenco di Bertolaso. “Qui ci sono 350 case inagibili”

“Siamo
governati da dilettanti allo sbaraglio e nemici delle zone interne”, inizia così lo sfogo del primo cittadino di Isola del Gran Sasso, Fiore
Di Giacinto, in risposta alla notifica del commissario Guido Bertolaso, incaricato per gestire l’emergenza terremoto, il quale, con un decreto
aggiuntivo allunga l’elenco dei comuni terremotati passando da 49 a 57.

Da adesso, infatti, entrano ufficialmente a far parte del cratere Bugnara, Cagnano Amiterno, Capitignano, Fontecchio e Montereale della
Provincia dell’Aquila, mentre per quel che riguarda il teramano si uniscono Fano Adriano, Colledara e Penna Sant’Andrea restando con un
pugno di mosche, nuovamente escluso, il comune di Isola del Gran Sasso.

Si legge in una nota che l’inserimento di altri 8 comuni si è reso necessario alla luce delle verifiche effettuate a seguito dei danni
causati dal protrarsi dello sciame sismico, da qui, la rabbia del sindaco Di Giacinto: se infatti far parte o meno del tanto ambito
elenco, in cui solo le zone che hanno subito danni per l’intensità del sisma pari o superiore al sesto grado della Mercalli, si fonderebbe
pertanto sulla base di rilievi tecnico-scentifici, appare inspiegabile il motivo per cui Isola sia stata ancora una volta scartata.

“Abbiamo richiesto più volte l’intervento del governatore Chiodi – rimarca Di Giacinto – anche per spiegarci come avvengono queste valutazioni, e quali criteri sono stati adottati. La sensazione che abbiamo è che gli assessori alla Provincia, e pure Chiodi che è teramano, siano venuti in queste terre solo durante, e per, la loro campagna elettorale. Anche noi possediamo un lungo elenco di danni con più di 350 abitazioni inagibili, Isola confina con 6 paesi del cratere, con il 68% di territorio del Parco – infine annuncia – Siamo amareggiati e
sconcertati, ma appuntiamo, e prenderemo le nostre decisioni, come ad esempio le dimissioni in blocco».

Fonte: Il Messaggero